Archivio Museo della Memoria di Bagnone
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Alcune tipologie documentarie presenti nell'archivio storico, sezione preunitaria
Didascalie immagini
- Capitoli Statutari di Rocca Sigillina(XVI secolo)
- Deliberazioni della Comunità di Bagnone1620-1679 - Il cancelliere comunitativo verbalizzò su questo registro le deliberazioni assunte dalla comunità di Bagnone tra il 1620 e il 1679. Il console e i rappresentanti della comunità di Bagnone si riunivano periodicamente per scegliere i magistrati comunitativi e per deliberare in merito a quanto fosse utile e necessario alla vita della comunità. La designazione degli ufficiali comunitativi avveniva secondo il sistema della tratta e rimanevano in carica per un anno. L'ultimo giorno di marzo di ogni anno "console, consiglieri rappresentanti la comunità di Bagnone" si radunavano per porre mano alla borsa (da cui il termine 'imborsazione' per indicare l'atto di inserire le cedole con i nomi di coloro che erano ritenuti idonei ad espletare le mansioni previste per ogni ufficio) e provvedere ad estrarre da essa il nome del console, mentre da un'altra borsa venivano "levati" i nominativi dei tre consiglieri. I nuovi rappresentanti procedevano quindi alla nomina di due soprastanti e alla assegnazione o alla riconferma della carica a due massari della chiesa. La carica di camarlingo, a differenza di quanto accadeva in precedenza, in questo periodo era posta all'incanto. Anche il rapportantino, ossia colui che aveva l'incarico si recare le diverse notificazioni, veniva estratto da una sua borsa. Oltre alla nomina degli ufficiali, la comunità ogni anno provvedeva all'incanto dei proventi, costituiti da mulino, torchio, gabella e osteria. I beni della comunità venivano concessi in affitto per un anno ai migliori offerenti.
- Deliberazioni della Comunità di Bagnone1735-1737. Si tratta di parte di un registro contenente le deliberazioni assunte dai rappresentanti del Capitanato di Castiglione del Terziere negli anni 1735-1737. Il cancelliere ogni anno convocava i rappresentanti delle diverse comunità facenti parte del Capitanato e tra questi venivano scelti cinque priori, i quali sarebbero stati elemento di raccordo fra le esigenze dei popoli e le disposizioni imposte dal governo dominante. In questo triennio sono comprese nel Capitanato di Castiglione le comunità di Castiglione del Terziere, Pieve, Corvarola, Fornoli, Cassolana, Grecciola; Bagnone, Nezzana, Mochignano, Collesino, Campione, Pastina; Caprigliola, Albiano, Filattiera, Rocca Sigillina, Lusana, Riccò, Lusuolo, Corlaga, Gigliana, Biglio, Terrarossa, Vinca e le comunità incluse nella podesteria di Codiponte, ossia Codiponte, Casciana, Equi, Aiola, Monzone, Alebbio, Prato, Sercognano.
- Deliberazioni del Capitanato di Castiglione del Terziere1629-1717 Il "Libro delle deliberazioni e dei partiti" del Capitanato di Castiglione del Terziere era la testimonianza tangibile" dell'attività svolta dal cancelliere presso le comunità locali, nella sua funzione di rappresentante e tutore dell'ordine stabilito dall'autorità centrale. In questo registro, che riflette anche nelle sue notevoli dimensioni fisiche l'importanza rivestita, il cancelliere predisponeva per ogni anno il cosiddetto ristretto delle entrate e uscite del Capitanato, dava quindi conto delle entrate provenienti dalle diverse comunità e delle uscite costituite da spese per i cavalli, provvisioni per gli ambasciatori, salari per gli ufficiali comunitativi. La parte finanziaria era "tenuta e amministrata" da un camarlingo generale, il quale rimaneva in carica un anno, ma poteva essere riconfermato con decreto dei Nove Conservatori della giurisdizione e dominio fiorentino.
- La cartografia Minore: campioni di strade comunitative (1782) Rilievo strade Bagnone fuori e dentro l'abitato (I)
- La cartografia Minore: campioni di strade comunitative (1782) Rilievo strade Bagnone fuori e dentro l'abitato (VI)
- Volture della Comunità di Bagnone1825-1830
- Volture della Comunità di Bagnone1839
- Volture della Comunità di Bagnone1833
- Volture della Comunità di Bagnone1833-1838
- Volture della Comunità di Bagnone1839-1840
Vedi anche:
Statuti
Statuti nell'archivio on-line
Deliberazioni
Deliberazioni nell'archivio on-line
Restitutio in integrum II
Atti di stato civile
Arruolamento militare
Lavori di strade
Dazzaioli
Saldi dei Camarlinghi
Volture
Carteggio dei Cancellieri
Atti civili e criminali
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Capitoli Statutari di Rocca Sigillina (XVI secolo)Immagini
Nel 1560 Cosimo I de' Medici, nell'intento di esercitare un controllo più incisivo sull'attività delle comunità periferiche del Granducato (costituenti il cosiddetto «distretto»), istituì il Magistrato dei Nove Conservatori della Giurisdizione e Dominio Fiorentino.
Affinché questo controllo fosse efficace e si traducesse in un'azione concreta e diretta sui territori distrettuali, il notaio locale, a partire dal 1569, venne sostituito da un cancelliere comunitativo nominato direttamente dai Nove Conservatori. Il primo cancelliere fermo, Ser Giusto Vezzoni da Pietrasanta, arrivò a Castiglione del Terziere nel 1569.
Le competenze e funzioni assegnate ai cancellieri vennero delineate in apposite istruzioni, consegnate agli ufficiali dopo la loro nomina, con l'obbligo di trascriverle nei registri dei partiti della comunità (nel caso di Castiglione del Terziere vennero copiate nel registro di deliberazioni del capitanato).
Numerose erano le competenze ad essi assegnate: fare l'inventario dei libri e scritture conservate nella sede della cancelleria et quelli custodire, guardare et tenere con diligente cura; prendere parte alle sedute presso le diverse comunità per verbalizzare gli esiti delle tratte degli ufficiali locali, nonché le proposte e le deliberazioni assunte; incantare dazi o entrate appartenenti alle comunità; registrare contratti, lettere e ordini provenienti dal Magistrato dei Nove; tenere un riscontro delle entrate e delle uscite da registrarsi nel saldo del camarlingo. Il cancelliere era altresì tenuto a controllare che anche i giusdicenti impegnati sul territorio applicassero correttamente le leggi impartite dal governo centrale e doveva custodire e conservare gli atti che i giusdicenti erano tenuti a versare nell'archivio della cancelleria al termine del loro mandato. Le riforme avviate a partire dal 1774 determinarono una ristrutturazione anche dal punto di vista territoriale delle comunità del dominino fiorentino. Le competenze dei cancellieri vennero confermate e divennero inoltre archivisti delle comunità e luoghi pii.
L'avvento della dominazione francese determinò la soppressione delle cancellerie.
Nel 1814 venne ricostituito l'ufficio del cancelliere comunitativo con le consuete funzioni che si ampliarono ulteriormente, fino a quando la legge del 9 marzo 1848 determinò una riforma compartimentale che comportò l'abolizione delle cancellerie e l'introduzione del ministro del censo, a cui furono attribuite le competenze dei precedenti cancellieri e inoltre le mansioni in materia censuaria e la conservazione del catasto.
La cancelleria di Bagnone, classificata fra quelle di terza classe, fu inclusa nella sovrintendenza comunitativa di Pisa e la sua circoscrizione territoriale comprendeva le comunità di Bagnone, Albiano, Terrarossa, Groppoli.
La Repubblica fiorentina cominciò ad esercitare un'ingerenza sul territorio dell'attuale Comune di Bagnone a partire dal XV secolo, quando, in seguito alla sottoscrizione di diversi atti di accomandigia da parte dei marchesi Malaspina, il territorio passò sotto il controllo fiorentino.
In questo modo venivano mantenute le prerogative dei Malaspina quali feudatari imperiali, anche se di fatto entravano nell'orbita toscana. Nel 1450 i fiorentini inviarono a Castiglione del Terziere un Capitano di giustizia, un giusdicente nominato dal governo centrale il cui compito era quello di amministrare la giustizia sul territorio di sua competenza, istituendo così il Capitanato di Castiglione del Terziere.
Dal punto di vista amministrativo il Capitanato comprendeva la podesteria di Castiglione del Terziere, con i comunelli di Cassolana, Grecciola, Corvarola, Pieve dei SS. Ippolito e Cassiano, Fornoli, la podesteria facente capo a Bagnone con i comunelli di Nezzana, Corlaga, Mochignano, Compione; Collesino, Pastina, Lusana, la podesteria di Codiponte costituita dai comunelli di Codiponte, Cascina, Equi, Aiola, Monzone, Sercognano, Alebbio, Prato, Vinca. Castiglione del Terziere divenne quindi un centro di notevole importanza dal punto di vista politico e giudiziario, visto che proprio lì mantenne la sua dimora il cancelliere comunitativo fino al 1753, anno in cui gli uffici giudiziari e la sede della cancelleria vennero trasferiti a Bagnone.
Al di là di questo accentramento amministrativo le comunità godevano di una certa autonomia gestionale. Ogni comunello aveva un proprio organico di uffici comunitativi, provvedeva ad eleggere un console, dei consiglieri, dei saltari, dei soprastanti, insomma tutte le figure che erano necessarie al buon governo della comunità. La vita di ogni villa era regolata dagli statuti, corpora di norme sottoposti periodicamente a revisioni e integrazioni, le quali per poter divenire esecutive necessitavano dell'approvazione da parte degli organi centrali.
Per quanto riguarda l'Archivio Storico del Comune di Bagnone, si deve osservare che è piuttosto cospicua la produzione documentaria rimasta di questo periodo, purtroppo non sempre in buone condizioni. Sono presenti registri di deliberazioni dei singoli comunelli, libri dei camarlinghi, dazzaioli e estimi, accanto alle carte dei cancelleri e dei giusdicenti in materia giuridica. I dazzaioli si presentano generalmente come registri utilizzati dai camarlinghi in qualità di esattori delle imposte. In ogni dazzaiolo, redatto dal cancelliere, venivano riportati i dati dei contribuenti e l'ammontare della contribuzione prevista.
Vedi anche:
Statuti
Deliberazioni
Le riforme leopoldine, miranti a rendere razionali le strutture statali, uniformarono in tutto il Granducato le magistrature locali, abolendo ciò che rimaneva del feudalesimo, ma anche il sistema municipale e con esso l'autonomia gestionale di ogni comune. La Lunigiana fu divisa in tre cancellerie: Fivizzano, Pontremoli e Bagnone, quest'ultima comprendente anche le comunità di Albiano, Groppoli, Terrarossa e Calice.
Il "Regolamento per la nuova comunità di Bagnone" fu emanato il 24 febbraio 1777. Filattiera, unita alla comunità di Bagnone, venne staccata da quest'ultima con decreto del 4 ottobre 1786 ed eretta a comunità autonoma.
La soppressione dei comunelli rurali e l'accorpamento alla "nuova" comunità di Bagnone non determinarono significativi cambiamenti nella produzione documentaria. Continuarono ad essere redatti registri di deliberazioni, saldi dei camarlinghi e estimi. Il cancelliere continuò a creare filze, ossia a legare insieme la differente documentazione relativa alla sua attività, cosi come il vicario seguitò a cucire tra loro i quaderni su cui erano annotati gli atti relativi alle cause civili e criminali che venivano sottoposte alla sua attenzione.
Vedi anche:
Bandi
Deliberazioni
La nuova sistemazione territoriale e istituzionale introdotta dalle riforme lorenesi, subì una brusca battuta d'arresto in seguito ai profondi rivolgimenti apportati dalla dominazione francese.
Il Decreto Imperiale del 9 giugno 1808 sancì l'inclusione del territorio lunigianese nel Dipartimento degli Appennini, con capoluogo Chiavari. Ogni Dipartimento era organizzato in Circondari, i quali a loro volta comprendevano dei cantoni, suddivisi in maires ossia comuni.
Un Decreto Imperiale del 24 marzo 1809 stabilì quale sede di Circondario Pontremoli. Tale circondario comprese i cantoni di Pontremoli, Bagnone, Borgotaro, Compiano e Berceto. Con l'annessione dei territori della Lunigiana ex feudale (1811), le comunità di Treschietto, Villafranca, Mulazzo, Tresana, Caprio e Zeri, vennero aggregate al circondario di Pontremoli. Questo ampliamento territoriale comportò un ridimensionamento del cantone di Bagnone. Vennero staccati i territori di Terrarossa, Fornoli e Merizzo (uniti al cantone di Aulla), Biglio, Rocca Sigillina, Cavallana, Lusignana, Gigliana (aggregati al cantone di Pontremoli), Groppoli, Canossa, Riccò, Lusuolo (uniti al cantone di Mulazzo) e il cantone di Bagnone acquistò i paesi di Villafranca, Filetto, Virgoletta, Malgrate, Mocrone, Vico, Iera, Treschietto, Orturano. Bagnone e Treschietto divennero sede di una maire.
Un periodo breve quello della dominazione francese ma intenso che apportò nell'organizzazione e nella produzione documentaria mutamenti sostanziali, in gran parte conservati anche dopo il ripristino dei precedenti dominatori.
L'attività burocratica si accrebbe notevolmente e questo determinò l'introduzione di nuovi supporti documentari che misero in luce un'articolata e alquanto razionale organizzazione amministrativa.
Vennero introdotti i registri di stato civile, alla cui redazione venne preposto un ufficiale di stato civile, il cui compito era quello di registrare nascite, morti, matrimoni avvenuti nella maire in cui operava, ruolo tenuto fino a questa data esclusivamente dai parroci di ogni comunità. La coscrizione militare obbligatoria comportò la redazione annuale delle liste dei giovani arruolabili.
Vedi anche:
Deliberazioni
L'editto dato dalle Reali Segreterie di Stato e Finanze il 27 giugno 1814 decretò la caduta delle mairies el'istituzione di magistrature comunitative. La sistemazione territoriale del Granducato assegnò a Bagnone la sede di un "vicariato Regio di IV classe", ossia un tribunale subalterno del Circondario della Ruota Civile di Pisa. La comunità di Bagnone comprendeva i popoli di Biglio, Canossa, Castiglione del Terziere, Cavallana, Collesino, Compione, Corlaga, Corvarola, Fornoli, Gabbiana, Gigliana, Lusana, Lusignana, Lusuolo, Merizzo, Mochignano, Pastina, Pieve dei 55. Ippolito e Cassiano, Riccò, Rocca Sigillina. Inoltre, in quanto residenza di una cancelleria comunitativa, esercitava il controllo anche su Filattiera, Groppoli, Terrarossa e Albiano.
Il Motuproprio del 5 dicembre 1838 istituì un circondario di quinta classe a Bagnone.
Le tipologie documentarie, sia per quanto concerne l'attività dei cancellieri che degli ufficiali giudiziari, pur con qualche rimaneggiamento, rimasero sostanzialmente quelle introdotte nei periodi precedenti alla dominazione francese, unica innovazione può essere considerata la documentazione prodotta dagli ingegneri di circondario, consistente in relazioni, progetti per costruzioni o ristrutturazioni di edifici e strade, supportati da una notevole quantità di materiale iconografico.
Vedi anche:
Deliberazioni
Con Motuproprio del 1 novembre 1825 il territorio del Granducato venne diviso in trentasette Circondari di acque e strade, ognuno dei quali posto sotto la direzione di un ingegnere con funzioni di consulenza, coordinamento e vigilanza sulla costruzione e manutenzione di strade, ponti, argini di fiumi e fabbriche comunitative.
Gli ingegneri dipendevano dagli ingegneri ispettori di compartimento, istituiti nelle Camere di sovrintendenza comunitativa con compiti di controllo sulla condizione delle strade regie e provinciali. Nel suo complesso il corpo degli ingegneri dipendeva dalla Direzione generale di acque e strade di Firenze, organo preposto alla gestione e al coordinamento dei lavori da eseguire a spese dell'erario.
I territori compresi nella cancelleria comunitativa di Bagnone vennero in un primo momento inseriti nel circondario dell'ingegnere di Pontremoli. Con Motuproprio del 5 dicembre 1838 venne istituito a Bagnone un circondario di quinta classe; il provvedimento determinò il trasferimento presso la sede della cancelleria di Bagnone dei documenti prodotti prima del 1838 dall'ingegnere del circondario di Pontremoli, concernenti lavori pubblici eseguiti o in corso di esecuzione nel territorio della cancelleria.
Il trattato segreto di Firenze del 28 novembre 1844 decretò la permuta di alcuni territori tra il Granduca di Toscana, il Duca di Modena e il Duca di Lucca Lodovico di Borbone. I possessi granducali di Pontremoli, Caprio, Zeri, Calice, Bagnone, Filattiera, Groppoli, Lusuolo, Terrarossa, Riccò ed Albiano sarebbero passati a Carlo Lodovico, futuro Duca di Parma, che a sua volta, cedendo Calice, Terrarossa, Riccò ed Albiano al Duca di Modena, da questi riceveva in permuta gli ex feudi imperiali di Villafranca, Mulazzo, Castevoli e Treschietto. La duchessa di Parma Maria Luigia mori. nel 1847 e si dette cosi avvio alla dinamica degli scambi precedentemente stabiliti. Nel gennaio del 1848, con l'arrivo a Pontremoli di un commissario straordinario, venne costituita la Lunigiana Parmense, comprendente tutti i territori dell' alta val di Magra. I popoli lunigianesi si opposero strenuamente al nuovo regime e i comitati comunali, approfittando della confusione politica che si era venuta a creare dopo la dichiarazione della guerra all'Austria, dettero vita ad un Governo Provvisorio che segnò l'annessione della Lunigiana Parmense al Granducato di Toscana. Nella primavera del 1849, quando le sorti della la guerra d'indipendenza volsero a favore dell' Austria e Carlo Lodovico venne riportato sul trono, la Lunigiana settentrionale venne nuovamente aggregata al Ducato di Parma, con la denominazione di Provincia di Pontremoli.
La provincia era divisa in sei comuni: Bagnone, comprendente a sua volta 19 comunelli, Filattiera, Mulazzo, Pontremoli, Villafranca, Zeri, il capoluogo era Pontremoli. Bagnone divenne anche sede di una esattoria per la riscossione delle imposte.
Il governo di Carlo III si rivelò alquanto dispotico e nel 1854 il duca venne assassinato a Parma. La moglie Maria Luisa assunse il potere in nome del figlio minorenne, ma nel 1859 scoppiarono i moti rivoluzionari che videro le popolazioni lunigianesi decisamente orientate verso il Piemonte, il quale decise l'annessione della Lunigiana Parmense.
La produzione documentaria riguardante i vari aspetti della vita della podesteria (amministrativo, fiscale, sociale, demografico), affidata ai podestà, è caratterizzata dalla redazione di una serie di registri di diverse dimensioni: dai cospicui volumi che raccolgono i dati relativi allo stato della popolazione risultante dai censimenti annuali, ai registri di poche carte in cui sono state trascritte le dichiarazioni dell'avvenuta pulizia dei camini.
Vedi anche:
Deliberazioni
Nella prima metà del XVIII sec. fu fondata a Bagnone l'Accademia dei Ravvivati, promotrice dell'attività teatrale nel territorio di Bagnone. Nel 1774 si diede avvio alla costruzione del primo teatro bagnonese, detto di Santa Maria perché ubicato in un edificio antistante la piazza su cui sorge la medievale chiesa di Santa Maria. L'Accademia si diede un regolamento definitivo soltanto nel 1838 e proseguì la sua attività fino al 1928, quando, per ragioni di sicurezza, il teatro di Santa Maria venne chiuso e smantellato e si diede avvio alla costruzione di un nuovo teatro, inaugurato nel 1941, l'attuale teatro Quartieri.
I documenti conservati nell'archivio comunale si riferiscono all'attività dell'Accademia prima della chiusura del teatro di Santa Maria e alla documentazione relativa al progetto e alla realizzazione del teatro Quartieri.