Arruolamento militare

Nel Medioevo, in cui si sviluppò una società polemocratica, basata sulla classe sociale della cavalleria, il mondo feudale non poteva che basarsi sull'obbligo del servizio militare. Ma cominciarono a originarsi anche milizie professionali arruolate volontariamente, quali quelle degli ordini religiosi delle crociate. E la Guerra dei Cent'Anni e le lotte contro i Mori produssero una categoria sociale di persone esperte solamente nell'attività militare che ben presto si organizzarono in bande al servizio del migliore offerente. In Italia si formarono le Compagnie di Ventura, le quali in breve tempo diventarono eserciti permanenti basati sul reclutamento volontario. Lo stato arruolava raramente gli uomini, mentre affidava l'incarico di amministrare un reggimento ad un privato: l'arruolamento obbligatorio esisteva come principio, ma era applicato solo in casi eccezionali. Il reclutamento obbligatorio era l'ultima delle risorse: inoltre, arruolare volontari significava eliminare disoccupati e inetti dalla società senza toccare il settore produttivo. Il primo a reintrodurre l'obbligo di leva, seppur con larghe esenzioni, fu Federico Guglielmo I di Prussia. In Francia, invece, fu la "legge di coscrizione" del 1798, ad opera del generale e ministro della guerra Jourdan, a stravolgere la situazione che era durata nei secoli precedenti. Tale legge, rimasta in vigore durante tutto l'impero Napoleonico, si ripercosse anche negli Stati satelliti della Francia.
Mentre prima l'esercito era costituito da mercenari, volontari e professionisti, con la riforma napoleonica i giovani erano obbligati a rinfoltire le fila dell'esercito. L'allontanamento dei figli per molto tempo costituiva una grossa perdita economica per le famiglie nella maggioranza contadine. Un uomo nelle armi corrispondeva principalmente a due braccia in meno nei campi. È vero che non tutti i giovani dai 20 ai 25 anni dovevano partire ma solamente il numero necessario a formare il contingente richiesto. È pur vero che, nel timore di essere chiamati e arrestati, tutti i giovani di quell'età fuggivano e la terra, almeno nel periodo della Coscrizione, rimaneva priva di molte più braccia di quante non ne avesse prese l'esercito. Inoltre, la vita militare era quanto più dura e difficile: l'esercito era veicolo di numerose malattie, quali la scabbia, la malaria, il tifo, il tracoma (che causava cecità) e l'ernia debilitante (tipica degli artiglieri); molti soldati vivevano la leva militare come una terribile costrizione che causava gravi risvolti psicologici; quella che i medici militari definivano "nostalgia" o "mal di paese" era un forte segnale di disadattamento, sintomo dello stato di angoscia nel quale vivevano i soldati, e non di rado questa situazione portava i giovani ad un crollo psicologico che trascinava i soldati fino all'estremo gesto del suicidio. Altre difficoltà erano imposte dalla miseria in cui versavano i soldati, che mieteva morti insieme al freddo, alla fame, alle malattie; nelle lettere che essi inviavano a casa si trovano spesso richieste di denaro; frequenti erano poi le punizioni, e l'ambiente, spesso freddo e umido o troppo caldo, causava gravi patologie respiratorie. Tutti questi elementi favorirono i numerosi casi di diserzione e, di conseguenza, l'impennata dei processi svolti di fronte al tribunale militare.Le coscrizioni militari iniziarono nel 1801, ma in Lunigiana non si fece neppure un tentativo di attuarle. La prima coscrizione obbligatoria lunigianese si ebbe solo nel 1803, in seguito alla legge del 13 agosto 1802. La Viceprefettura della Alpi Apuane fu divisa in tre distretti: Massa, Fosdinovo e Mulazzo. Dell'esecuzione della Leva era incaricato un Consiglio Distrettuale, composto da Consiglieri, uno per Municipio, eletti dalle Municipalità comprese nel Distretto. Tali Consigli Distrettuali dovevano risiedere permanentemente nel centro scelto come capoluogo del Distretto, tenere i registri generali dei Coscritti, denunciare i renitenti e, talvolta, verificare che gli arruolati avessero i requisiti richiesti. Vi era poi un Delegato Speciale di Prefettura, il quale aveva il compito di sorvegliare le operazione del Consiglio e delle singole Municipalità, di tenere aggiornato il Prefetto, il quale presiedeva anche il Giurì di Leva. Questi era una speciale commissione dipartimentale, dipendente dal Ministro della Guerra, che aveva il compito di controllare che venisse completato il contingente di uomini richiesto ad ogni Distretto, di verificare che i Coscritti presentassero i requisiti richiesti ed eventualmente di sostituirli se inadatti al servizio militare.
La coscrizione militare riguardava tutti i giovani che avevano un'età compresa tra i 20 e i 25 anni, eccetto coloro che:

  • avevano contratto matrimonio precedentemente il 13 agosto 1802;
  • erano divorziati o vedovi e avevano dei figli da accudire;
  • avevano ottenuto congedi temporanei o definitivi, in quanto impegnati in studi presso le scuole ministeriali;
  • non soddisfacevano i requisiti psicosomatici necessari.

Era inoltre impedito il servizio militare ai criminali, alle persone di pelle nera e a coloro che venivano definiti come «oziosi vagabondi», mentre erano designati come riserve i primogeniti di figli orfani, i figli unici di vedove e i Coscritti il cui padre aveva superato i 71 anni di età.

I Coscritti erano divisi in cinque classi: la prima comprendeva i giovani che avevano compiuto i 21 anni di età entro il 1° Vendemmiaio (22 settembre); la seconda, coloro che avevano 22 anni, e così via fino alla quinta classe, che comprendeva i venticinquenni.

Ogni Coscritto sorteggiato per la partenza poteva inviare al suo posto un sostituto, che ovviamente riceveva un lauto compenso.Oltre alle leve ordinarie, nel 1809 fu istituita una leva supplementare per l'anno 1810.In caso di guerra, venivano chiamati per primi sempre i più giovani, cioè gli appartenenti alla prima classe. Vi era però il problema delle riserve: in un primo momento Napoleone pensò di creare cinque classi di soldati addestrati, creandone poi altre cinque di riserva da chiamarsi nella necessità; tali classi però non ricevevano alcun addestramento. In un secondo momento, la necessità indusse l'imperatore a preferire l'utilizzo eventuale di truppe richiamate dal congedo, evitando di arruolare soldati privi del minimo addestramento.I giovani che presentavano tutte le caratteristiche per essere arruolati dovevano presentarsi davanti al Maire della comune di residenza, il quale aveva il compito di redigere, aiutandosi tramite i registri dello Stato Civile, ancora alle prime armi, e dei parroci, due liste alfabetiche dei Coscritti. I registri dei parroci furono impiegati per formare il registro della Guardia Nazionale (di cui si parlerà in seguito), il registro dei Coscritti e il registro della tassa personale: erano infatti i soli ad avere la possibilità di redigere liste in base alla data di nascita.Chi rifiutava di fornire le proprie generalità veniva iscritto automaticamente alla prima classe. Una delle due liste redatte dal Maire doveva essere inviata al Sottoprefetto e quindi al governo centrale, mentre l'altra, denominata Il Giornale del Maire, restava in mano del Maire stesso. Inoltre, alla fine di ogni trimestre, il Maire doveva informare il Sottoprefetto delle eventuali morti di Coscritti. Eventuali ricorsi dei Coscritti dovevano essere presentati al Consiglio Distrettuale.Sempre al Maire toccava informare i singoli Coscritti riguardo alla data e al luogo in cui avveniva il cosiddetto "tiraggio". Infatti, per la determinazione del rango dei Coscritti, veniva attuato un sistema particolare: ogni Coscritto estraeva da un'urna un numero che corrispondeva ad una determinata lista. Era dunque lasciata al caso la formazione delle liste di estrazione. In seguito al tiraggio, i Coscritti venivano esaminati da un Consiglio di reclutamento, che aveva il compito di scartare gli inabili al servizio militare. Uno dei parametri considerati era, ad esempio, l'altezza, che non doveva essere inferiore a 1,54 metri (5 metri parigini). In seguito, il Capitano di reclutamento, dopo aver ricevuto gli ordini dal Prefetto e dal Generale Comandante del Dipartimento, distribuiva gli ufficiali e i sottufficiali del proprio distaccamento nelle diverse Comuni (in cui dovevano risiedere) e stabiliva il Circondario in cui dovevano esercitare le proprie funzioni. Ogni soldato doveva prestare giuramento davanti al Sottoprefetto, se erano destinati ai capoluoghi di Sottoprefettura, oppure davanti al Maire della Comune a cui erano stati assegnati. Come già detto, frequenti erano i casi di renitenza alla leva, anche perché il territorio lunigianese confinava con Regni esteri, quindi il passaggio in territori estranei alla giurisdizione italica era estremamente facile; inoltre, il territorio aveva una conformazione montuosa che favoriva, specie nella stagione estiva, il nascondersi dei Coscritti. Ancora, va ricordata la natura familiare delle società rurali lunigianesi, che permettevano ai Coscritti di trovare rifugio presso amici e parenti di paesi vicini. Altro motivo di diserzione era costituito per molti giovani dall'emigrazione stagionale, normale allora in Lunigiana e causa dell'assenza di molti giovani nel periodo estivo. Vi era il pericolo che tale emigrazione da stagionale diventasse permanente, poiché la coscrizione rappresentava per gli emigranti una forte spinta a stabilirsi con la famiglia fuori del territorio della Repubblica. Inoltre, va ricordata l'opera degli avversari politici, che tentavano di sabotare la Coscrizione, spaventando i giovani, già così atterriti dall'idea delle armi, con voci allarmistiche e con una propaganda avversa al nuovo regime. Spesso poi, i Coscritti refrattari si riunivano in Clubs Campagnoli, protetti da qualche potente, che spesso costituivano un pericolo per l'ordine pubblico. Quando un Coscritto veniva condannato come "refrattario", veniva inviata una copia della sentenza al Maire, mentre altre due erano affisse al domicilio del Coscritto e alla porta della Municipalità. Il Maire doveva tenere un giornale in cui comparivano i nominativi dei Coscritti refrattari da ricercare nella propria Comune e in cui erano annotati gli arresti e gli avvistamenti. Ogni mese il Maire affiggeva pubblicamente l'elenco dei Coscritti ricercati e l'invito alla popolazione a denunciare alle autorità il rifugio di tali Coscritti; il Maire consegnava anche una copia di tale lista al sacerdote affinché la leggesse durante la Santa Messa della domenica e convincesse i fedeli a denunciare le situazione di illegalità. I parroci, infatti, in qualità di servitori dello Stato, avevano il compito di leggere e spiegare dall'altare le leggi che venivano emanate, educando il popolo al loro rispetto, e addirittura dovevano rendere conto di tali letture e commenti al Viceprefetto. I disertori condannati venivano rimpiazzati da altri coscritti. La renitenza al servizio militare costringeva spesso l'esercito all'uso della violenza; per recuperare quanti dovevano essere arruolati, spesso venivano circondati i villaggi durante la notte e venivano attuate brutali perquisizioni. Nel caso poi il giovane si fosse dato alla fuga, le pene erano molto severe: si andava dalle sanzioni, che potevano arrivare fino a 1500 franchi, al sequestro dei beni della famiglia, alla detenzione per cinque anni sotto una rigida disciplina, per arrivare fino alla pena di morte se la diserzione avveniva di fronte al nemico. Dure punizioni, quali l'esilio nelle colonie, erano inflitte anche a chi tentava di evitare la leva procurandosi ferite e menomazioni permanenti. In Lunigiana si passò, nei riguardi dei coscritti renitenti, alle maniere forti, a partire dal 1° luglio 1803.
Quando un giovane disertava, il suo recupero era affidato a un Garnisaire. I Garnisaires spesso si insediavano nella casa del fuggitivo e finivano per portare la famiglia alla rovina finanziaria. Le spese per il mantenimento dei Garnisaires gravavano anche sull'intera comunità finché qualcuno non decideva di denunciare il nascondiglio del disertore. I Coscritti arrestati nelle varie Comuni venivano consegnati alle Municipalità, che a loro volta li consegnavano ai Consigli Distrettuali, che in Lunigiana erano collocati a Villafranca e a Fosdinovo. Da lì, i Coscritti, in catene militari, venivano inviati al capoluogo di Viceprefettura, Massa, da cui partivano sotto la guida di un comandante e scortati da soldati in direzione Reggio. 
I Coscritti refrattari che si consegnavano spontaneamente non venivano arrestati.

(Tratto da: Restitutio in integrum II, Restauri e didattica d'archivio. Anno 2003. Comune di Bagnone. Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara.)