La spedizione di Alessandro Malaspina

Il secolo XVIII si caratterizza nella storia delle esplorazioni soprattutto per la realizzazione di grandi spedizioni transoceaniche e per il passaggio da una forma di esplorazione volta essenzialmente alla conquista dei territori d'oltremare da parte delle grandi potenze europee, all'esplorazione scientifica, finalizzata a una conoscenza sistematica degli spazi terrestri.
In questo secolo si assiste per la prima volta anche alla realizzazione di spedizioni internazionali, come quella, celebre, a Quito del La Condamine (1735-1742), promossa dalla Accademia delle Scienze di Parigi per la misura dell'arco di meridiano, e composta da astronomi, matematici e naturalisti francesi, ai quali si unirono gli spagnoli Antonio de Ulloa e Jorge Juan; o quella ispano-portoghese del 1753-1756, per la delimitazione dei confini dei relativi possedimenti in America. Queste spedizioni, come molte altre successive, avevano quasi sempre scopi politici, ma la partecipazione di studiosi di discipline diverse e la diffusione che veniva data ai risultati da loro conseguiti dimostrano come l'interesse della scienza venisse a poco a poco a sovrapporsi a quelli pratici delle singole nazioni, in armonia con le premesse illuministiche della cultura del tempo.Il viaggio di Alessandro Malaspina chiude, si può dire, alla fine del secolo l'era delle grandi spedizioni transoceaniche. Il materiale documentario relativo a questo viaggio venuto alla luce in questi ultimi anni è enorme. Tuttavia solo una parte minima delle acquisizioni realizzate con questa spedizione in un ambito amplissimo di conoscenze poté venire in qualche modo utilizzata nei primi anni dell'Ottocento, perché al suo ritorno in Spagna il comandante fu coinvolto in un oscuro intrigo di Corte e, processato, venne condannato al carcere e poi all'esilio. Del grande affresco che si disegna attraverso l'esperienza di Alessandro Malaspina e dei suoi compagni la mostra dà un'idea chiara. E significativo peraltro che in essa la figura del viaggiatore italiano non emerga dalla folla dei suoi collaboratori, come forse ci si sarebbe aspettato. In realtà, egli fu solo il capo di una spedizione che, per la prima volta, aveva fatto del lavoro di equipe, il suo punto di forza, dando spazio a tutti, in un perfetto coordinamento tra l'attività dei marinai - sia ufficiali, che soldati e ciurme - e quella degli scienziati e dei tecnici. Di questo coordinamento il Malaspina fu l'intelligente ideatore.
Attorno a lui Bustamante, Galiano, Bauzá, Espinosa, Cayetano Valdés e molti altri sembrano condividere i suoi entusiasmi e la sua ambizione a svolgere le proprie mansioni nel migliore dei modi.
Cultura e scienza nella Spagna della seconda metà del XVIII secoloIn Spagna, come in altri paesi d'Europa, la seconda metà del Settecento fu caratterizzata da una intensa attività culturale e scientifica, promossa e sostenuta dalla diffusione delle idee illuministiche ai massimi vertici dello stato. Attorno a Carlo III, indubbiamente il più intelligente e aperto sovrano spagnolo del XVIII secolo, gravitava un gruppo di statisti e pensatori di primo ordine, intenzionati a introdurre nell'apparato statale tutta una serie di riforme per ammodernarne le strutture amministrative, sia in patria sia nelle colonie. A differenza di quanto era accaduto nel secolo precedente, quando erano prevalse le preoccupazioni di carattere mercantilistico, nel corso del Settecento gli avvenimenti internazionali catalizzarono l'attenzione dei più illustri pensatori spagnoli sui problemi connessi all'amministrazione dell'impero e su quelli sociali ed etnologici.La coscienza dello stato di stallo della situazione coloniale spagnola impose a uomini di stato, ecclesiastici, amministratori e anche semplici viaggiatori, una riflessione sui mali e sui possibili rimedi.Prima di succedere al fratellastro Ferdinando VI sul trono di Spagna, questo re, figlio di Elisabetta Farnese, nato e cresciuto in Italia, aveva conosciuto bene il nostro paese,assumendo appena sedicenne, in virtù della sua discendenza dai Medici, il governo del Ducato di Parma e Piacenza, e due anni più tardi quello delle Due Sicilie.La carriera di Alessandro Malaspina è intimamente connessa a queste vicende; la sua formazione culturale risente profondamente dello spirito innovatore che animò il regno di quel sovrano; la sua caduta in disgrazia è una evidente conseguenza del cambio di indirizzo della politica spagnola dopo l'ascesa al trono del debole Carlo IV, in un momento in cui i contraccolpi della rivoluzione francese si facevano sentire in Spagna sotto forma di un inatteso ritorno al conservatorismo, che trovò espressione nell'illimitato potere del primo ministro Manuel Godoy.
L'organizzazione del viaggioIl 10 settembre 1788 il brigadiere della Real Armada Alessandro Malaspina e il capitano di fregata José Bustamante y Guerra presentavano al re Carlo III un progetto di viaggio scientifico-politico, finalizzato ad una migliore conoscenza delle condizioni e delle risorse dell'impero spagnolo d'oltremare. Il 14 ottobre il re dava il suo consenso.Avevano così inizio i preparativi di una spedizione che per durata, lunghezza di itinerario, precisione di organizzazione e risultati scientifici può essere considerata tra le più grandi realizzate nel XVIII secolo.Facendo tesoro della esperienza di coloro che l'avevano preceduto, e in particolare di James Cook, Malaspina organizzò il suo viaggio fin nei minimi dettagli, circondandosi di uno staff di collaboratori selezionati tra i migliori che esistevano allora in Europa.Tra gli ufficiali di cui poteva disporre la Real Armada, scelse degli specialisti, come il naturalista Antonio Pineda, il cartografo Felipe Bauzá, l'astronomo e cartografo Dionisio Alcalá Galiano. Altri collaboratori vennero da altri paesi d'Europa: il naturalista Tadeo Haenke dalla Germania, i pittori Fernando Brambilla e Juan Ravenet dall'Italia.Nell'arsenale della Carraca furono appositamente costruite due corvette, la Descubierta e l'Atrevida, il cui equipaggio completo era di circa 460 uomini, tra ufficiali, marinai, scienziati e tecnici.In rapporto con la molteplicità degli scopi che si proponeva, l'itinerario della spedizione fu non solo molto lungo, ma anche assai complesso. Spesso furono fatte lunghe soste; alcune deviazioni rispetto al progetto iniziale del viaggio furono dovute a ordini giunti dalla Spagna in un secondo momento.Promotori di riforme nelle colonie furono tra glì altri Pedro Rodriguez de Campomanes, il Conte di Floridablanca e Antonio de Ulloa. Il Conte di Floridablanca, in particolare, progettò interventi di carattere amministrativo, formulando nel 1787 un vero proprio programma di governo, nel quale era contemplata anche la situazione interna dell'America spagnola. Nelle Noticias Secretas, pubblicate però soltanto nel 1826, Antonio de Ulloa metteva in luce a sua volta la corruzione e l'immoralità dell'amministrazione coloniale.In campo scientifico, il grande sviluppo della Storia Naturale promosse gli studi di geologia, botanica e zoologia anche nei paesi d'oltremare, dove la varietà degli ambienti favoriva ogni tipo di ricerca scientifica. Molti scienziati spagnoli fecero dell'America il loro laboratorio di ricerca e per loro merito le scienze della natura ebbero in Spagna un notevole sviluppo.
Le tappe del viaggioAlessandro Malaspina lasciò il porto di Cadice il 30 luglio 1789 e giunse a Montevideo il 20 settembre successivo. Qui sostò più di un mese e mezzo. Il 15 novembre ripartì dal Rio de la Plata per la Patagonia e le Isole Falkland, la cui importanza strategica sulla rotta di Capo Horn era stata messa in luce dai grandi viaggi transoceanici degli anni precedenti. Entrate poi nell'Oceano Pacifico nei primi giorni del 1790, le corvette si diressero verso l'Isola di Chiloé. Oltre alle solite operazioni geodetiche e astronomiche, a Chiloé furono compiute due escursioni e una accurata determinazione della longitudine. Fu anche possibile avvicinare alcuni rappresentanti della tribù degli Viliches, che per la prima volta venivano a prendere ufficialmente contatto con gli Spagnoli.Il 19 febbraio la Descurbierta e l'Atrevida ripresero il mare per Valparaiso, ma poiché si dovevano compiere molte ricerche, Malaspina stabilì che procedessero separatamente su itinerari diversi. Da Valparaiso una parte degli ufficiali si trasferì nella vicina Santiago, per prendere contatto con le autorità locali e per compiere le dovute esperienze fisiche e astronomiche, mentrè Antonio Pineda approfittò della sosta per fare un'escursione alle miniere d'argento di San Pedro Nolasco.Ripartita il 14 aprile, la spedizione giunse 4 giorni dopo a Coquimbo, dove la mattina del 30 aprile le corvette si divisero per la seconda volta: la Descubierta doveva raggiungere le Isole San Felix e quindi perlustrare il litorale del Perù fino al Callao, l'Atrevida doveva invece proseguire lungo la costa fino allo scalo di Arica, da dove poi avrebbe raggiunto anch'essa il Callao. Dopo i necessari approvvigionamenti, il 20 settembre 1790 la spedizione ripartì verso Guayaquil, da dove furono compiute diverse escursioni lungo la costa e verso l'interno. Quindi il 28 ottobre l'Atrevida e la Descubierta fecero rotta per Panama.Qui, in un ambiente naturale ancora incontaminato, gli scienziati poterono compiere appassionanti ricerche naturalistiche. Fu in questa occasione che Malaspina progettò e studiò per primo la possibilità di realizzare un canale che mettesse in comunicazione i due oceani nella zona di Panama.All'inizio del 1791 le corvette navigavano lungo la Costa Rica. Poiché le calme e le correnti rallentavano la navigazione, per accelerare i tempi fu decisa una nuova separazione: l'Atrevida, dopo aver visitato le Isole Cocos, doveva fare rotta direttamente su Acapulco; la Descubierta avrebbe compiuto una più accurata ricognizione della costa fino ad Acapulco.Appena giunse in questo porto, Malaspina ricevette dalla Spagna l'ordine di esplorare sistematicamente la costa nord-occidentale del continente, per verificare l'attendibilità di quella relazione di Ferrer Maldonado che tanto interesse aveva suscitato in Europa, dopo che il geografo francese Philippe Buache l'aveva giudicata credibile.La perlustrazione compiuta dalla Descubierta e dall'Atrevida, sulle coste meridionali dell'Alaska, tra la metà di giugno e il 26 luglio 1791, non portò alla scoperta del passaggio all'Atlantico, ma alla riprova -peraltro rimasta ignorata per quasi un secolo che lo Stretto di Maldonado non poteva esistere. La campagna del Nord-Ovest durò in totale poco più di quattro mesi, dalla partenza da Acapulco (1 maggio 1791) all'arrivo a Monterrey (11 settembre), e comprese anche una lunga sosta a Nutka, dove vennero stabiliti cordiali rapporti con il locale cacicco. Una parte degli ufficiali e degli scienziati fu però lasciata ad Acapulco, per completare il rilevamento cartografico dell'America Centrale, dal Realejo a San Blas. Esplorate rapidamente anche le coste californiane, l'Atrevida navigò verso Acapulco e la Descubierta verso San Blas, dove sostò quanto bastava per rendersi conto dell'insalubrità del luogo.Il 14 ottobre 1791 le corvette si trovavano di nuovo vicine nel porto di Acapulco; all'inizio del nuovo anno intrapresero la parte più avventurosa del viaggio,dirigendosi verso le Isole Marianne. Il primo ancoraggio fu stabilito nella Baia di Umatac, nella parte occidentale di Guam; il 24 febbraio si ripartÌ per le Filippine. Da Manila, il 1 aprile, l'Atrevida salpò per Macao, per ripetere là le esperienze con il pendolo semplice, mentre la Descubierta e le imbarcazioni di appoggio furono utilizzate per esplorare accuratamente i mari delle Filippine. I naturalisti intanto compivano escursioni nell'interno delle isole; nel corso di una di queste escursioni perse la vita Antonio Pineda.Visitata anche Mindanao, nel dicembre 1792 la navigazione riprese verso gli sperduti gruppi insulari del Pacifico meridionale. Questa deviazione verso terre non ufficialmente soggette alla Spagna aveva, oltre a scopi di carattere scientifico, anche altri fini in taluni casi si doveva rivendicare la priorità spagnola di alcune scoperte, in altri si voleva verificare la situazione politico-amministrativa delle colonie inglesi. Così fu nel caso della lunga sosta, dal 13 marzo all'll aprile 1793, a Port Jackson, nei pressi della Botany Bay.Dedicata invece prevalentemente allo studio della popolazione indigena fu la successiva tappa a Vavao, nelle Isole degli Amici, dove le corvette giunsero il 20 maggio 1793.Il viaggio di ritorno si svolse seguendo quasi interamente l'itinerario già percorso. Le corvette giunsero al Callao verso la fine del luglio 1793 e qui furono sbarcati gli ammalati e alcuni scienziati, che vollero compiere il viaggio per Buenos Aires per via di terra, per dedicarsi allo studio delle regioni interne del continente sudamericano.Durante la navigazione dal Perù a Montevideo le corvette si separarono ancora una volta, dividendosi il compito di una nuova esplorazione delle coste meridionali dell'America.Infine, salpate da Montevideo il 21 giugno 1794,giunsero a Cadice il 21 settembre.
I risultati della spedizione MalaspinaLa perfetta organizzazione del lavoro e l'entusiasmo dei componenti della spedizione avevano permesso di compiere con grande accuratezza, in ogni scalo, le previste esperienze di fisica e di astronomia, di eseguire i rilevamenti cartografici con relativa rapidità e di raccogliere una massa enorme di dati statistici, di animali e di piante nuovi, e di reperti etnologici.In parte questi materiali erano stati inviati in Spagna durante il viaggio; in parte arrivarono con le corvette nel giugno 1794.Subito dopo il ritorno, si cominciò a ordinarli, in previsione della stesura di un'opera monumentale, che avrebbe dovuto impegnare ancora per molti anni gli scienziati e i tecnici che avevano partecipato al viaggio. Ma nel novembre 1795 Malaspina venne arrestato e imprigionato, e il lavoro dei suoi collaboratori fu interrotto. Una parte dei materiali raccolti dalla spedizione venne sequestrata e forse distrutta; il resto si disperse in vari archivi.Essendo venuto a mancare il coordinamento, la pubblicazione dei risuhati del viaggio fu solo parziale e passò quasi inosservata al di fuori dei confini della Spagna.I rilevamenti cartografici furono utilizzati per costruire carte moderne dell'America e dell'Oceania, che in gran parte vennero pubblicate nei primi anni dell'Ottocento dalla Dirección de Hidrografia, di cui erano divenuti direttore e vicedirettore due compagni di Malaspina, José Espinosa y Tello e Felipe Bauzá. Espinosa pubblicò anche delle Memorie astronomiche, mentre il botanico Luis Neé cominciò a catalogare le piante che erano state collezionate durante il viaggio. Una piccola parte dei disegni eseguiti dai pittori al seguito della spedizione servì a illustrare la Relación del viaggio delle golette Sutil e Mexicana, data alle stampe nel 1802. Per il resto, tutto rimase inedito.Però, anche se non ebbero un effetto immediato sulla scienza e sulla cultura del tempo, gli studi e le ricerche di Malaspina e dei suoi collaboratori non sono andati completamente perduti. Oggi possiamo servircene, infatti, per ricostruire e illustrare una fase molto significativa dei rapporti politici, economici, sociali e culturali tra l'Europa e i continenti extraeuropei, e in particolare di quelli della Spagna con le sue immense colonie.Attraverso i minuziosi rilevamenti cartografici di Bauzá, come attraverso i dipinti di Brambilla, Ravenet, del Pozo, o i disegni di Guío e Pulgar, emerge non solo un quadro vivace della geografia fisica e umana dell'America Meridionale e dell'Oceania alla fine del Settecento, ma soprattutto l'interesse nuovo con cui la cultura illuministica, anche in Spagna,guardava a queste regioni, e la prospettiva moderna dei progetti di riforma di Malaspina.
La cartografiaLa riorganizzazione del traffico marittimo, ormai, nel ‘700 intensificato con la presenza dei russi, francesi, inglesi ed olandesi, che richiedeva una revisione dei porti e delle rotte commerciali e il perfezionamento della cartografia costiera e delle rotte. L'uso degli orologi inglesi, per la determinazione della longitudine, fece sì che i rilievi cartografici possedessero quella esattezza che nei secoli successivi permise ancora l'utilizzo di quelle stesse carte nautiche, poi pubblicate senza il nome del Malaspina, per le note disgrazie politiche.Alla cartografia delle coste è legata una serie di mappe di porti, dei fortilizi delle città,misurazioni dell'altezza delle coste, dei rilievi montuosi ed una dettagliata analisi delle condizioni fisico-geodetiche, oltre ad indagini idrografiche (misurazioni).
L'ambienteLe immagini dell'ambiente naturale, sociale ed urbano testimoniano l'estremo interesse verso lo studio della situazione economica e politica delle colonie spagnole d'oltremare.L'intento di fondo della spedizione malaspiniana, oltre ai risvolti scientifici, era stato appunto la riorganizzazione dei commerci attraverso la crescita sociale e commerciale delle stesse colonie: una visione che sembra oggi vieppiù delinearsi come confederale,fondata su una autonomia economica delle colonie, improntate all'unità legislativa del dominio centrale spagnolo. Una rivoluzione ideologica che nella Spagna del reazionario Carlo IV doveva generare dispetto e rabbia.
L'antropologiaLe immagini dei popoli, delle razze, non testimoniano solo un interesse naturalistico verso l'uomo naturale di stampo buffoniano, ma l'attenzione gli usi, le abitudini, i riti collettivi è sintomo di un modo nuovo di intendere la naturalezza, che per certi versi si ricollega a Montesquieu, nel bisogno di capire la diversità, utilizzandola per il migliore sviluppo di quelle società, nella convinzione che la crescita sociale e commerciale delle colonie sarebbe stato un concreto vantaggio anche per la madre patria.
La botanica e la zoologiaIl lavoro di raccolta, catalogazione e conservazione dei materiali raccolti testimonia inoltre gli interessi scientifici di una società europeista ed "illustrata" che chiedeva maggiore conoscenza scientifica del mondo, in botanica, in zoologia, in tutti i campi del sapere.I risultati furono veramente enciclopedisti e all'altezza di poter essere considerati una grande formidabile sintesi del sapere dell'epoca in tutti i campi indagati dal naturalista Antonio Pineda, dai botanici Haenke e Neé, oltre che da tutta l'equipe scientifica della spedizione, compresi i pittori che dovettero riprodurre tutto il materiale trovato.