Feudo di Lusuolo
Antico possedimento di Corado Malaspina l'Antico ed unito a Villafranca, dalla metà del 300 passò ad Azzone Malaspina pronipote di Corrado, unitamente ad altri territori di Val di Magra e di Val di Vara formando feudo a sé. Divisosi ulteriormente nel secolo successivo tra i due figli, Franceschino (cui toccò la Val di Vara) e Obizzino cui toccarono Lusuolo, Tresana Giovagallo Aulla e altri luoghi di Val di Magra, per successive cessioni e divisioni i territori di Lusuolo con Giovagallo giunsero nel 1559 ad Ercole, mentre Tresana andava a Francesco Guglielmo.
Dal 1449 tuttavia il territorio fu conquistato dai genovesi ed il castello distrutto rimase in condizioni disastrose fino all'avvento dei fiorentini che con Cosimo I e poi con Francesco I ne entrarono in possesso, ceduto da Ercole appunto nel 1575.
Nel 1608 il territorio fu riconosciuto proprio, nonostante le pretese degli eredi Malaspina, da Ferdinando I di Toscana, che lasciò Giovagallo in mano agli spagnoli, ma per sicurezza fece fortificare e ricostruire la rocca, di grande importanza strategica sulla via, che in quel tratto lungo il fiume, davanti a Groppo Fosco è denominata Via Romana.
La litigiosità della casata con i vicini marchesi e tra gli eredi stessi dei vari rami, generò numerose questioni di successione, divisioni e contrasti di confine, onde numerose sono le rappresentazioni del territorio nelle relative filze delle questioni ricordate.
Dal 1449 tuttavia il territorio fu conquistato dai genovesi ed il castello distrutto rimase in condizioni disastrose fino all'avvento dei fiorentini che con Cosimo I e poi con Francesco I ne entrarono in possesso, ceduto da Ercole appunto nel 1575.
Nel 1608 il territorio fu riconosciuto proprio, nonostante le pretese degli eredi Malaspina, da Ferdinando I di Toscana, che lasciò Giovagallo in mano agli spagnoli, ma per sicurezza fece fortificare e ricostruire la rocca, di grande importanza strategica sulla via, che in quel tratto lungo il fiume, davanti a Groppo Fosco è denominata Via Romana.
La litigiosità della casata con i vicini marchesi e tra gli eredi stessi dei vari rami, generò numerose questioni di successione, divisioni e contrasti di confine, onde numerose sono le rappresentazioni del territorio nelle relative filze delle questioni ricordate.