Le Immagini dell'America
Serie di immagini antiche
- North Atlantic, anonimo, seconda metà sec. XVI
- Affresco nel Castello D’Albertis a Genova, raffigurante le navi di Colombo nel giorno della partenza da Palos nel 1492
- Incisione da un disegno di De Bry, raffigurante il primo sbarco di Colombo a San Salvador (1590)Galeone, tratto da Nautica Mediterranea di Bartolomeo Crescenzio (1602)
- Incisione raffigurante una bottega in cui si stampano grandi mappe, sec. XVIIArchitettura navale, seconda metà sec. XV
Immagini
Didascalie immagini
- Tavola tratta dall’Atlas Universalis che illustra il sistema astronomico Copernicano, s.d
- Marqués de la Victoria, Tavola di strumenti per la navigazione, contenuta in Atlas de construcción naval, sec. XVIII
- Tavola tratta dall’Atlas Universalis che illustra il sistema astronomico di Tycho Brahe, 1660
- Frontespizio di copia a stampa del De Sphaera di Giovanni Sacrobosco, 1519
- Diego Ribero, Quadrante, 1529
- Diego Ribero, Astrolabio, 1529
- Diego Ribero, Rosa dei venti, 1529
- Diego Ribero, Oceano Atlantico, 1529
- Mateo Jorge, Astrolabio nautico, sec. XVI
- Mateo Jorge, Compassi per carte nautiche, sec. XVI
- Mateo Jorge, Sfera planetaria, sec. XVI
- Rappresentazione del mondo
- Quadrante
- Jesse Ramsden, Quadrante, sec. XVIII
- Arnold, Cronometro per l’osservazione della longitudine n° 71, sec. XVIII
Immagini
Didascalie immagini
- Cristoforo Colombo (1451-1506)
- Amerigo Vespucci (1454-1512)
- Juan de La Cosa (1460-1510)
- Ferdinando Magellano (1480-1521)
- Sebastiano Caboto (1484-1557)
- James Cook (1728-1779)
- Louis-Antoine de Bougainville (1729-1811)
- Jean-François de La Pérouse (1741-1788?)
- Alessandro Malaspina (1754- 1810) - Biografia Alessandro Malaspina - La spedizione inserire link
- Alessandro Malaspina (biografia)
- La spedizione
- Alexander von Humboltd (1769-1859)
Immagini
Didascalie immagini
- Andreus Walsperger, Carta universale dipinta su pergamena, 1448
- Martin Waldseemüller, Carta universale, 1507
- Francesco Rosselli, Carta universale, 1508
- Bernardo Silvano da Eboli, Carta universale, 1511
- Paulo Forlani, Carta universale, 1565
- Andrés García de Cespédes, Carta universale, prima metà sec. XVII
- Santini e Remondini, Mappamondo, contenuto in Atlas Universalis,1784
Approfondimenti
Il sec. XV vide una rivoluzione della cartografia in Europa. Il primo importante passo fu compiuto con la traduzione in latino della Geografia di Tolomeo, iniziata da Manuel Chrysoloras e completata nel 1410 da Jacopo Angeli da Scarperia. La spinta principale a migliorare la cartografia venne dalle scoperte di nuove terre fatte da esploratori portoghesi del XV secolo.
La prima stampa a mostrare il Nuovo Mondo fu edita a Roma nel 1475 e pubblicata nel 1508 con 34 carte. L'edizione che molti considerano come il primo atlante moderno (anche se il termine "atlante" non venne usato fino a che Gerardo Mercatore non lo coniò intorno 1578) venne pubblicata a Strasburgo nel 1513 con 27 carte del mondo antico e 20 carte basate sulle nuove conoscenze. Venne prodotta da Martin Waldseemüller (1470-1520) che fece una chiara distinzione fra le due parti.
La carta terrestre di Waldseemüller fu la prima a coprire 360° in longitudine e a mostrare il litorale completo dell'Africa. Un altro primato Waldseemüller lo raggiunse in un lavoro precedente, Cosmographiae introductio cum quibusdam geometriae ac astronomiae principis ad eam rem necessariis del 1507, nel quale propose di chiamare America il Nuovo Mondo.
Waldseemüller diede dei contributi importanti alla scienza della cartografia. Scrisse sulla misurazione topografica e sulla prospettiva e produsse un libretto su come usare i globi.
Immagini
Didascalie immagini
- Juan de la Cosa, Portolano, 1500
- Planisfero, 1502
- Nuño García de Toreno, Carta universale, 1525
- J. Vespucio, Carta universale, 1526
- Ortelius, Maris Pacifici, 1589
- Gerard Mercator, America sive India Nova, 1595 - Biografia Gerard Mercator
- Jean Guerard, Carta universale idrografica, 1634
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Didascalie immagini
- Juan Botero Benes, Carta dell’America, 1599
- Paolo Coronelli, Carta dell’America Settentrionale, 1696
- Fernández de Medrano, Carta dell’America Settentrionale, 1699
- Miguel Venegas, Carta della California, 1757
- José Alzate y Ramirez, Carta della Nuova Spagna, sec. XVIII
- Felipe Bauzá, Vista della costa nord ovest dell’ America, seconda metà sec. XVIII
- Felipe Bauzá, Vista della costa nord ovest dell’ America, seconda metà sec. XVIII - Felipe Bauzà (biografia) -La spedizione di Alessandro Malaspina
- Tomás López, Carta dell’America Settentrionale contenuta in Atlas Elemental, Madrid, 1792
Immagini
Didascalie immagini
- Diego Gutiérrez, Carta dell’America, 1562
- Oviedo y Baños, Carta della provincia del Venezuela, 1723
- Joseph Gumilla, Carta del nuovo Regno di Granada, contenuta in El Orinoco Ilustrado, 1741
- Casimiro Gomez Ortega, Carta dello Stretto di Magellano, 1769
- Tomás López, Carta dell’America Meridionale contenuta in Atlas Elemental, Madrid, 1792
- Alonso de Santa Cruz, Carta dell’America Centrale, contenuta in Islario de todas las islas del mundo, sec. XVI
- Patagonia e Terra del Fuoco, sec. XVII
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Didascalie immagini
- F. Brambilla, La città di Panama dall’isola di Nao
- J. Cardero, Presidio a Monterrey
- F. Brambilla, Piazza Maggiore di Città del Messico
- J. del Pozo, La città e il forte di Valparaiso
- F. Brambilla, La corvetta Atrevida tra i ghiacci
- F. Brambilla, Buenos Aires
- F. Brambilla, Lima
- J. Ravenet, Puerto Desengaño
- F. Brambilla, Porto di Acapulco
- J. Cardero, Convento, chiesa e fattoria della Missione del Carmelo a Monterrey
- J. del Pozo, Puerto Deseado (Patagonia)
- F. Brambilla, Il passo di Mendoza sulla cordigliera delle Ande
- F. Brambilla, Veduta di Montevideo
- J. Cardero, Arrivo a Nootka
Approfondimenti inserire link
- La spedizione Malaspina
- F. Brambilla (biografia)
- J. Cardero (biografia)
- J. del Pozo (biografia)
- J. Ravenet (biografia)
Immagini
Didascalie immagini
- Frederic Edwin Church, Il naufragio, 1852
- Albert Bierstadt, Temporale sulle montagne, 1870 ca.
- Caspar David Friedrich, Due uomini sulla costa al sorgere della luna, 1817
- Asher Brown Durand, Spiriti affini, 1849
- Frederic Edwin Church, L’isola di Grand Manan, baia di Fundy, 1852
- Thomas Cole, Fiume nelle Catskill Mountains, 1843
- Thomas Birch, Combattimento tra le navi “Constitution” e “Guerrière”, 1813
- Thomas Birch, Combattimento tra le navi “United States” e “Macedonian”, 1813
- Sanford Robinson Gifford, Temporale sui monti Adirondacks, 1866
- Sanford Robinson Gifford, Tramonto sulla baia di New York, 1878
- Albert Bierstadt, Tra le montagne, 1867
Biografie artisti inserire link
- Albert Bierstadt
- Thomas Birch
- Frederic Edwin Church
- Thomas Cole
- Asher Brown Durand
- Caspar David Friedrich
- Sanford Robinson Glifford
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Mostra a cura di Francesca Guastalli e Monica Armanetti
con la collaborazione di Federica Cavatorta
La mostra, di natura prevalentemente didattica, mira a documentare il mutamento delle visioni del mondo dal Medioevo al XIX secolo e ci presenta quindi l'epoca delle grandi scoperte, le Americhe in particolare.
Le grandi scoperte geografiche e le sintesi conoscitive dell'Umanesimo e del Rinascimento ridanno alla geografia il posto che non aveva mai avuto nel Medioevo.
Nel secolo XVI la distruzione dell'edificio tolemaico, cui concorsero matematici e filosofi, segna il definitivo trapasso dalla cosmografia medievale a quella moderna, con la raccolta e diffusione delle notizie relative alle nuove terre americane scoperte.
Nel secolo XVII, secondo la concezione meccanicistica della realtà, intesa in termini unitari e secondo parametri razionali, si giunge alla diffusione del metodo sperimentale. La distinzione tra la spiegazione puramente matematica dei fenomeni fisici naturali e quella storica (fisica e umana, nasce infatti la geografia umana), più dettata da interessi umanistici o commerciali, produce la maggiore sintesi informativa con la cartografia.
L'Illuminismo nel secolo XVIII rinnova il pensiero scientifico con una molteplicità di attente osservazioni che riguardano i rapporti tra uomo e terra: nasce la visione unitaria di una scienza enciclopedica, nella quale sono raccolti motivi di spiritualismo e storicismo.
Alessandro Malaspina (1754-1810) conclude il tempo delle esplorazioni scientifiche settecentesche, caratterizzate dalla Filosofia illustrata, dando contributi notevolissimi alla conoscenza delle Americhe e dell'Oceania, ma ancor più concorrendo, con le sue idee politiche sui territori americani, a sviluppare la convinzione del ruolo positivo che può svolgere l'umanizzazione nei confronti della natura, in funzione del miglioramento della vita dell'uomo (tanto naturale che civilizzato).
I quadri della spedizione Malaspina non a caso, oltre che la botanica e la zoologia, illustrano il territorio sotto il profilo della sua antropizzazione e ne descrivono gli abitanti. Alla osservazione e classificazione della geografia descrittiva si affianca anche la geografia applicata, che propone progetti di rivitalizzazione delle colonie americane, nella convinzione che la natura debba essere aiutata dall'uomo per conseguire un maggior benessere. Alla natura americana illustrata dallo spirito illuminista europeo, subentra nell' Ottocento la visione dell'America da parte degli americani, ormai in grado di elaborare autonomamente una propria filosofia rappresentativa. L'influenza del clima romantico europeo riporta l'accento del linguaggio pittorico (con i pittori americani della Hudson River School) sul tema della Natura nella sua dimensione assoluta, entro la quale è irrilevante la presenza dell'uomo e di fronte alla quale l'individuo senta la forza creatrice divina.
I pannelli della mostra inserire i link
- Tecnica della navigazione e iconografia della scoperta
- Visioni cosmografiche. Strumenti nautici e cartografici
- Naviganti alla scoperta del Nuovo Mondo
- Planisferi dal XV al XVII secolo
- Carte universali. Europa-America (XV - XVII sec.)
- America settentrionale (XVI - XVIII sec.)
- America centrale e meridionale (XVI - XVIII sec.)
- La sfera del mondo. Bibliografia geografica e storica
- La filosofia illustrata. Razionalismo illuminista nelle immagini dell'America dei pittori della spedizione Malaspina (1789 - 1794)
- Il Romanticismo nella pittura america dell'Ottocento
Immagini

Nota biografica
Willelm Blaeu, noto anche con il nome latinizzato di Blavius, nacque ad Alkmaar, in Olanda nel 1571 e morì ad Amsterdam nel 1638. Fu discepolo dell’astronomo danese Thyco Brahe e da lui apprese i fondamenti della cosmografia e della geografia, oltre alla costruzione e all’uso degli strumenti astronomici. Intorno al 1597 si trasferì ad Amsterdam e si dedicò alla preparazione e alla stampa di carte geografiche, nautiche, atlanti monumentali, globi terrestri e celesti, veri e propri capolavori di abilità tecnica ed artistica. Le sue carte erano incise su rame, stampate su carta e rifinite a mano con grande accuratezza. Tra le sue opere più importanti una raccolta di 103 carte che dovevano servire come supplemento ai due più famosi atlanti del tempo, quelli di Ortelio e Mercatore. La raccolta, ampliata nel tempo, formò il nucleo del più vasto e celebre " Theatrum Orbis Terrarum sive Atlas Novus", pubblicato in due volumi nel 1635.Blaeu cercò di perfezionare i calcoli della longitudine, poiché si rendeva conto della difficoltà di rappresentare grandi aree, poco conosciute al cartografo; nel 1633 venne nominato cartografo ufficiale della Compagnia Olandese delle Indie Orientali. Alla sua morte lo stabilimento passò ai figli Jan e Cornelius e, successivamente, al nipote Guglielmo. L’opera più celebre di Jan fu " Atlas Major sive Cosmographia Blaviana" in 14 volumi, uno dei quali dedicato all’Italia; le carte italiane erano tuttavia state ricavate quasi tutte dall’atlante di Magini, celebre geografo ed astronomo italiano. La considerazione in cui era tenuta l’officina blaviana era assai evidente, poiché nel 1666 gli Stati Generali Olandesi obbligarono i commercianti che avevano traffici con l’India ad usare carte dei Blaeu e nel 1670 Guglielmo Blaeu ricevette l’incarico di esaminare i giornali di bordo e rivedere le carte usate fino a quel momento. Il grande stabilimento cartografico dei Blaeu fu interamente distrutto nel 1672 per un incendio.
La carta dell'America
La carta si compone di quattro tavole unite e incollate su tela ; le dimensioni complessive, comprese le figure e i bordi, sono di 122x172 cm. L’equatore è rettilineo, i paralleli sono archi di cerchio, i meridiani sono curvilinei e tracciati di 10 gradi in 10 gradi, il meridiano fondamentale è quello passante per Madera. L’America Settentrionale è delimitata nelle coste e nell’interno fino al 40 parallelo Nord, mentre una piccola carta, inserita nella zona continentale dell’America del Nord, descrive regioni vicine alla zona artica. Completamente delineate sono l’America Centrale, le Antille e l’America Meridionale. A ovest della Terra del Fuoco appare un tratto di continente indicato come "Terre Australi Incognite". Il lembo sud ovest è occupato da una carta con le terre antartiche. La decorazione della carta è particolarmente ricca: nei mari appaiono raffigurazioni mitologiche, numerosi mostri e animali marini, scene di battaglia; al largo di Terranova sono raffigurati indigeni che cacciano le balene. Nelle parti continentali appaiono persone e animali caratteristici dell’America, mentre ai lati del cartiglio, in basso a destra, sono raffigurati Cristoforo Colombo e Amerigo Vespucci ; sotto quattro medaglioni con le immagini di Magellano, Drake, Candish e Van Der Nort. Nei due fregi laterali vi sono sedici riquadri con le rappresentazioni degli usi e costumi dei popoli americani; nella parte inferiore altre dodici immagini mostrano zone abitate, piante e vedute varie dell’America. Nei due bordi laterali e in quello inferiore una descrizione geografica molto estesa dell’America in duplice testo francese e latino.
Un grande numero di carte nautiche trovò il luogo ideale di produzione a Venezia : una città aperta al mondo, di grande impulso commerciale, di scambio di idee e culture diverse. Qui lavorò il genovese Pietro Vesconte, autore di preziosi atlanti e della prima carta nautica datata e firmata (1311), ritenuto precursore e maestro di una scuola cartografica. Nella città lagunare lavorò, nel secolo successivo, Grazioso Benincasa, cartografo anconetano che utilizzò in modo significativo i nuovi dati della navigazione atlantica portoghese, dando grande rilievo ai toponimi della costa africana e delle isole atlantiche, protese verso un mondo ancora sconosciuto. Venezia rimase un importante centro di produzione anche nel XVI secolo, accogliendo cartografi provenienti sia dall’arcipelago greco, in particolar modo da Creta e Corfù, che da varie parti d’Italia. Importante la presenza del genovese Battista Agnese, attivo a Venezia tra il 1536 e il 1564, autore di carte ed atlanti estremamente raffinati e ricchi di nuovi elementi geografici, introdotti in seguito alla scoperta del Nuovo Mondo e al viaggio di Magellano. Nelle sue preziose opere erano presenti motivi decorativi di grande interesse, come le foreste del Brasile o il gigantismo degli abitanti dell’America Meridionale, che scaturivano dalla conoscenza di libri, diari e resoconti di viaggi. Un altro importante centro di produzione fu Genova in cui si affermò la scuola dei Maggiolo, famiglia che detenne il monopolio cartografico con nomina ufficiale della Repubblica fin dal 1519. Le carte provenienti da quel laboratorio erano riccamente decorate, davano ampio risalto ai profili delle città, con particolare rilievo per Genova, alle coste settentrionali dell’Africa e alle figure di re in trono.
Anche Portogallo e Spagna furono importanti centri cartografici: Maiorca ebbe, fin dal XIV secolo, una scuola in grado di fornire carte già pronte o di costruirne su commissione; intere famiglie di cartografi, come quella di Matteo Prunes, lavorarono nell’isola per oltre un secolo, dal 1532 al 1651. Le carte catalane si estendevano a nord fino alla Scandinavia e ad est verso le regioni orientali, presentando una descrizione delle zone interne con città, fiumi e monti che spesso mancavano in quelle di produzione italiana. Re, imperatori e bandiere indicavano un’appartenenza politica, mentre animali e piante simboleggiavano le risorse economiche. Laboratori avviati, migliori opportunità di lavoro e la presenza catalana in Sicilia favorirono, nel XVI secolo, il trasferimento di cartografi affermati, come Jaume Olives, da Maiorca a Messina e successivamente a Marsiglia.
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Caratteristica delle carte nautiche era la rete policroma delle semirette che irradiandosi da una o più rose dei venti suddividevano ad intervalli regolari l’orizzonte in rombi. Da ciascuno dei punti nodali secondari partivano altre semirette che, intersecandosi, costituivano un reticolato che copriva tutta la carta: queste linee permettevano di tracciare la rotta che le navi dovevano seguire. Le carte nautiche erano orientate generalmente a nord, come indicava la bussola in modo approssimativo; nella rosa dei venti questa direzione era segnalata con un triangolo nero, rosso, o un giglio, spesso dorato; il levante era indicato con una croce, il ponente con una P, il sud con una O (ostro). Alcune carte, soprattutto quelle più antiche, mantenevano l’orientamento con il sud verso l’ alto. Nelle carte nautiche si utilizzavano in modo cospicuo i colori : le principali indicazioni topografiche lungo le coste si segnalavano in rosso, le altre in bruno o nero; i venti principali spesso erano decorati in oro, ma anche in rosso e blu; le isole in verde, rosso e oro; le coste in bruno, azzurro o verde. Numerose le decorazioni: vedute di città, raffigurazioni religiose, sovrani, bandiere, piante, animali ed imbarcazioni tipiche del Mediterraneo. La carta, che occupava tutta la pelle dell’animale, si fissava ad un cilindro di legno, oppure veniva divisa in fogli più piccoli e consultata a bordo come un libro. Le pergamene erano accompagnate dai portolani, libri che contenevano la descrizione dettagliata delle coste, degli approdi, dei rifornimenti d’acqua e degli ostacoli che potevano compromettere la navigazione.
La carta nautica doveva abbracciare in un’unica visione tutto il tratto di mare da percorrere, onde consentire di tracciare la rotta. La tecnica di costruzione delle carte nautiche si basava su rilevazioni pratiche e sulla conoscenza approfondita delle zone da rappresentare; l’uso di tali pergamene era strettamente legato a quello della bussola e del compasso: la direzione e la distanza erano fondamentali per guidare la nave e l’esperienza dei marinai era determinante per correggere gli errori di rotta.